Home Le specie I rapaci necrofagi Il grifone

[Gyps fulvus]

 

Carta d’indentità

Grifone (foto M. Mendi)
Grifone (foto M. Mendi).

Apertura alare: 240-280 cm.

Piumaggio dell’adulto: bruno-fulvo con la parte terminale delle penne nera; testa e collo chiari.

Silhouette: in volo il grifone appare come un grosso rettangolo con ali lunghe e larghe, testa e coda poco sporgenti.

Ambiente: aree aperte con presenza di pareti rocciose.

Nidificazione: in cavità o cenge di pareti rocciose, raramente su alberi.

Cibo: carogne.

Uova: uno.

Presenza: sedentario, i giovani tendono a disperdersi.

 

Distribuzione e status

Il grifone è una specie con un areale molto vasto che si estende dalla Penisola iberica, ai Balcani, all’Africa settentrionale, all’Arabia saudita, sino alla Russia ed all’India.

In Europa le popolazioni più consistenti sono quella spagnola (17.300-18.100 coppie) e quella francese (589-639 coppie).

 

In Italia

In Italia l’areale storico della specie comprendeva le Alpi, gli Appennini, la Sicilia e la Sardegna. La specie si è progressivamente estinta in tutta l’Italia, con la sola eccezione della Sardegna dove soltanto periodici ripopolamenti effettuati a partire dal 1974 con esemplari di origine spagnola ne hanno scongiurato la scomparsa.

In Sardegna la specie, comune sino agli ’60 del XX secolo con oltre 1.000-1.400 individui, sopravvive oggi con meno di 90 individui nella porzione nord occidentale dell’isola, dove continuano a verificarsi periodici episodi di avvelenamento con bocconi e carcasse avvelenate.

In varie aree d’Italia sono stati realizzati progetti di reintroduzione della specie:

A Forgaria nel Friuli (UD), nella Riserva Naturale Lago di Cornino (UD), la liberazione di 70 esemplari adulti, per lo più originari di Spagna ed Austria, a partire dal 1992 ha portato alla formazione di una colonia di 70 individui (nel periodo estivo essa raggiunge il numero di 100 individui per l’arrivo di animali provenienti dall’Europa dell’Est), con 10 coppie riproduttive e 20 coppie territoriali.

Il Corpo Forestale dello Stato ha reintrodotto con successo il grifone nella Riserva Naturale Orientata del Monte Velino, nel Parco Naturale Regionale Sirente Velino (Abruzzo), dove sono stati liberati 97 individui tra il 1994 ed il 2002. Nonostante si siano verificati due episodi di avvelenamento, nel 1998 e nel 2007, che hanno causato la morte di 37 individui, la popolazione è cresciuta: nel 2009 sono presenti 180-190 individui suddivisi in quattro colonie, per un totale di 30 coppie nidificanti.

In Sicilia la specie è stata reintrodotta nel Parco Regionale dei Nebrodi che oggi ospita una colonia di circa 50 individui, con alcune coppie nidificanti nelle guglie rocciose sopra al paese di Alcara Li Fusi (ME).

Un altro progetto di reintroduzione è in corso in Calabria, nel Parco Nazionale del Pollino dove, purtroppo, tutti i 12 esemplari liberati nel 2004 sono stati sterminati con il veleno nel gennaio 2005. Altri 16 esemplari sono stati liberati nel marzo 2009.

 

In Spagna

In Spagna la specie ha registrato un incremento eccezionale a partire dalla fine degli anni ’70. L’ultimo censimento, realizzato nel 1999, ha rilevato la presenza di 17.300- 18.100 coppie, che rappresentano circa il 90% dell’intera popolazione europea.

Sebbene sia una specie caratterizzata da grandi numeri, in Spagna essa presenta una distribuzione discontinua, mancando completamente da alcune aree nord-occidentali e centro-orientali. La maggior parte della popolazione è insediata in Aragona ed in Castilla La Mancha.

In Andalusia le coppie stimate nel 2008 sono state 2.980, in Aragona 5.800.

Ciononostante a partire dal 2005 viene registrata una inversione di tendenza con un crollo del successo riproduttivo della specie e movimenti dispersivi degli animali in cerca di cibo a larghissimo raggio, correlati alla carenza di risorse trofiche dovuta all’introduzione di direttive europee sullo smaltimento delle carcasse del bestiame domestico attraverso l’incenerimento ed il seppellimento (DIR 90/667/CEE). In seguito l’Unione Europea (Regolamento CE/1774/2002) ha dato la possibilità agli Stati membri di autorizzare l’uso di carcasse per l’alimentazione di rapaci necrofagi protetti o minacciati di estinzione (Decisione 2003/322/CE e nella Decisione 2005/833/CE).

Si registra inoltre, negli ultimi anni, un’elevata mortalità correlata ad altri due fattori: l’uso del veleno e l’impatto contro le pale eoliche.

 

Minacce

Il veleno appare una delle minacce più gravi per la conservazione della specie. Altre minacce sono l’elettrocuzione, l’impatto contro linee elettriche ed impianti eolici, il bracconaggio, il disturbo nei siti di nidificazione, l’antropizzazione del territorio, la minor disponibilità di cibo legata anche alla chiusura di discariche e dei luoghi, in Spagna, dove gli allevatori erano soliti smaltire i capi di bestiame morti, chiamati muladares o vertederos.